Fasti Online Home | Switch To Fasti Archaeological Conservation | Survey
logo

Excavation

  • Egnazia
  • Fasano
  • Egnatia
  • Italy
  • Apulia
  • Province of Brindisi
  • Fasano

Tools

Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Le ricerche sul campo del ‘Progetto Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione’ nel 2013 si sono concentrate in un’ampia fascia che definisce il comparto del foro sul lato meridionale, nella quale ricadono anche le terme e l’edificio con peristilio centrale connesso al balneum, indagati con sistematicità negli ultimi anni.

    Nell’impianto termale, al termine del restauro del praefurnium, che si conserva integralmente fino alla copertura, è stato possibile indagare lo spazio di servizio in cui il dispositivo rientra ed è stato individuato un altro praefurnium più piccolo: mentre il dispositivo maggiore alimentava direttamente l’ alveus del caldarium e provvedeva al riscaldamento degli altri vani, l’altro praefurnium era collegato alla vasca minore del caldarium, con la funzione di supporto termico assegnata pure ad un terzo dispositivo, strutturato in maniera più semplice, che viene affiancato all’ipocausto del tepidarium nell’ambito della ristrutturazione del III secolo.

    A Est delle terme, è stato approfondito lo scavo dell’edificio di elevato tenore architettonico individuato nel 2012, articolato intorno ad un’ampia corte centrale, chiusa da un’esedra rettangolare e circondata da vani modulari distribuiti in posizione simmetrica. Le attività documentate nei due spazi indagati più a fondo, preparazione e consumazione di cibi a prevalente provenienza ittica e deposito di anfore vinarie, quest’ultimo in un ambiente rialzato e accessibile da una rampa, inducono a non escludere, per il periodo compreso tra II secolo a.C. e I secolo d.C., una destinazione residenziale, certo di prestigio, a giudicare dalla decorazione architettonica in pietra calcarea degli elevati e dalle pavimentazioni a mosaico di ciottoli. In questo complesso la residenzialità è stata al momento meglio chiarita per il periodo tardoantico, quando si accompagna ad attività produttive e allo stazionamento di animali, come in molti settori urbani già indagati.

    Nello stesso periodo, una parte di quest’area e un vasto settore esteso ancora più a Est sono lasciati aperti e destinati all’attività agricola, verosimilmente alla viticoltura, in una zona che presenta la prima significativa discontinuità nella maglia intensamente strutturata della città del vescovo, a poca distanza dell’impianto per la produzione di calce e altro materiale edile, che rifunzionalizza gli spazi delle terme del foro.

    In attesa di poter approfondire ulteriormente la ricerca, si può ipotizzare che la lavorazione dei prodotti agricoli, vino e forse anche olio, avvenisse nello stesso comparto, anche nella zona tra l’edificio sopra menzionato e la manifattura della calce, dove è stato appena esteso lo scavo e dove è venuta in evidenza una filiera di vasche, di dimensioni differenti, allineate e tra loro collegate. Alle esigenze di questi dispositivi provvedevano diverse strutture di approvvigionamento idrico, tra cui una cisterna la cui ghiera riutilizza parte degli arbores di un torchio.

    Che questa cisterna sia ricavata nell’ampio vano ipogeico di una tomba a camera di età messapica, non lontana da un’altra sepoltura dello stesso tipo, in parte intercettata e riutilizzata nell’opificio delle calcare, segnala con elementi di sempre maggiore interesse la fitta articolazione del palinsesto insediativo di questa città di cui si continua a delineare la complessità del paesaggio antico.

    Gli spazi e le attività della città sono ora raccontati in forme di forte impatto nel nuovo percorso espositivo del MArE – Museo Nazionale Archeologico di Egnazia ‘Giuseppe Andreassi’, inaugurato il 25 luglio 2013 e nato da una stretta collaborazione tra gli archeologi della Soprintendenza e l’équipe dell’Università di Bari, coordinati dal Soprintendente Luigi La Rocca.

  • Maria Raffaella Cassano - Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Facoltà di Lettere e Filosofia 

Director

Team

  • Assunta Cocchiaro - Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia
  • Gianluca Mastrocinque - Università degli Studi di Bari – Dipartimento di Scienze dell’Antichità
  • Alessandra Vivacqua
  • Gabriella Gramegna
  • Marco Campese - Università degli Studi di Bari – Dipartimento di Scienze dell’Antichità
  • Maria Domenica De Filippis - Università degli Studi di Bari – Dipartimento di Scienze dell’Antichità
  • Maria Silvestri
  • Mariangela Pignataro
  • Vincenzo Berloco - Università degli Studi di Bari – Dipartimento di Scienze dell’Antichità
  • Vito Giannico

Research Body

  • Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Funding Body

  • Comune di Fasano
  • Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Images

  • No files have been added yet