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Excavation

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  • Aquileia

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Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Dal 2005 l’Università di Trieste ha dato avvio ad una campagna di scavo in un’area a ridosso della via Gemina e coincidente con una delle insulae residenziali più importanti della città antica, vicina al Foro e al porto fluviale. L’intera area era stata indagata da Brusin negli anni Trenta del Novecento; altri sondaggi, con trincee oblique più vicine all’area in questione, si devono a Bertacchi.

    La zona a ridosso della strada moderna, tuttavia, attigua al punto di rinvenimento del cosiddetto mosaico del “Tappeto fiorito”, non era mai stata interessata da interventi moderni. Le indagini hanno permesso di individuare un importante complesso edilizio, probabilmente di proprietà di un funzionario imperiale o di notabili locali, che si inserisce tra i più interessanti contesti di natura residenziale tardo-antica dell’Italia settentrionale. Per quanto la planimetria completa della casa non sia ancora nota, è verosimile proporre la presenza di più ingressi: il principale (non ancora individuato) doveva aprirsi verso la via Gemina, da alcuni indicata come il decumano principale della città antica, posta a sud della strada moderna, mentre un’area di accesso secondaria, dotata di corte lastricata e di un pozzo, è stata in parte scavata sul lato orientale della Casa, in rapporto con il cardine che delimitava ad est l’insula. Ciò che si evince con grande evidenza dalla lettura planimetrica della Casa è l’accostamento paratattico di nuclei di ambienti raccolti attorno ad almeno tre corti scoperte collegate da corridoi, ma in qualche modo autonomi e definiti da destinazioni diverse.

    La Casa deve il suo nome al pavimento musivo policromo, con eroti all’interno di ghirlande fiorite, che decorava uno degli ambienti privati. Un dato di notevole rilievo è stata la possibilità di datare con estremo rigore, la realizzazione di uno dei pavimenti musivi agli anni 337-340 d.C. Questo terminus post quem, congiunto alla valutazione delle quote e dei rapporti stratigrafici dei piani pavimentali, ha permesso di distinguere tre fasi edilizie: l’impianto originario della dimora si porrebbe nei decenni centrali del IV d.C., mentre la principale fase di ristrutturazione intorno agli anni Settanta del medesimo secolo; quest’ultima fase non modificò in modo significativo la planimetria della Casa, anche se si verificano alcune modifiche all’apparato decorativo nel suo insieme.

    L’intervento edilizio più vistoso consiste, infatti, nel rifacimento di alcuni mosaici, ad una quota superiore di dieci centimetri rispetto a quella della pavimentazione originaria. A una terza fase (V d.C.?) corrisponderebbe, infine, il restauro di alcuni pavimenti o la realizzazione di nuovi, nonché la costruzione di intramezzi murari funzionali alla suddivisione di ampie stanze in ambienti più piccoli. È molto interessante notare come l’apparato decorativo della domus nella sua prima fase richiami modelli e motivi di chiara derivazione classicista, mentre nella seconda fase sembrano prevalere scelte decorative più in sintonia con il linguaggio formale dell’epoca.

  • Federica Fontana - Dipartimento di Studi Umanistici ,Università degli Studi di Trieste 

Director

Team

  • Antonia Spanò - Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design
  • Filiberto Chiabrando - Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design
  • Fulvio Rinaudo - Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design
  • Maurizio Gomez Serito - Politecnico di Torino, Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture
  • Luciana Mandruzzato
  • Serena Privitera
  • Annalisa de Franzoni
  • Emanuela Murgia
  • Marta Bottos
  • Massimo Braini

Research Body

  • Università degli Studi di Trieste, Dipartimento di Studi Umanistici.

Funding Body

  • Fondazione per Aquileia
  • Regione Friuli Venezia Giulia, Fondazione CRTrieste

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