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Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Nel corso dei lavori di restauro e consolidamento nell’area della cd. Cava greca, presso l’apertura collegata al lato Est della “Cripta romana”, sono state messe in luce alcune strutture di età romana, interpretabili come opere di consolidamento del costone tufaceo dell’acropoli. Si tratta di un poderoso arco in opus coementicium, appoggiato al fronte di cava in sostituzione dell’originaria copertura di tufo, crollata già in antico, nonché di un muro di contenimento, realizzato in opus reticulatum con contrafforti in opus vittatum di tufo, per consolidare la parete tufacea e chiudere le aperture e le cavità preesistenti. Questi interventi, finalizzati a garantire la stabilità e la tenuta delle strutture soprastanti la “Cava greca”, sono databili ad età domizianea e rientrano fra le opere di restauro e monumentalizzazione della “Cripta romana” eseguite quando essa fu trasformata da percorso militare in galleria di uso civile.

    Si è inoltre individuata una fornace a pianta rettangolare e delimitata da muretti in laterizi di reimpiego, in relazione con un piano di calpestio assegnabile ad epoca bizantina; essa conserva parte della camera di cottura e l’imboccatura della sottostante camera da fuoco. Si sono identificati quindici contenitori da cucina, databili tra la fine del VI e l’inizio del VII sec. d.C., con ogni verosimiglianza residui della produzione della fornace.

    È stato infine condotto un intervento all’interno della “Cripta romana”, in corrispondenza dell’ultimo tratto verso l’uscita Ovest. Lo scavo ha intercettato il livello stradale relativo alla prima fase d’uso della galleria (dal 38-36 a.C. alla prima età imperiale) e la risega di fondazione del muro Nord, a grandi nicchie con paramento in opus vittatum di tufelli. Il rialzo del piano di calpestio è ascrivibile ad epoca successiva, forse tardoantica, come sembrano confermare, ad un primo esame, i materiali recuperati negli strati più alti dell’interro.

  • Maria Luisa Nava - Soprintendenza dei Beni Archeologici delle province di Napoli e Caserta 

Director

  • Paolo Caputo - Soprintendenza dei Beni Archeologici delle province di Napoli e Caserta

Team

Research Body

  • Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta

Funding Body

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