Fasti Online Home | Switch To Fasti Archaeological Conservation | Survey
logo

Excavation

  • ex Campo della Pieve, area ex Graziani-Pinzauti
  • Via Ghibelline, Colombaro
  • Tifernum Mataurense

    Tools

    Credits

    • The Italian Database is the result of a collaboration between:

      MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

      ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

      AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

    • AIAC_logo logo

    Summary (Italian)

    • La XV campagna archeologica (27 giugno – 25 luglio 2015) dell’Università di Macerata a Tifernum Mataurense si è concentrata, come ormai da un quinquennio, nello scavo stratigrafico della ‘Area Sud’ delle terme romane in località Colombaro a Sant’Angelo in Vado (PU).
      Le indagini hanno avuto come primo obiettivo quello di completare lo scavo del quadrante I (figg. 1-3), già iniziato negli anni scorsi e ancora parzialmente nascosto sotto una residua e pluristratificata fase moderna e medievale. Secondo scopo è stato quello di continuare l’indagine stratigrafica nel contiguo quadrante II (fig. 4), intrapreso nella passata stagione con l’asportazione di alcuni strati moderni.

      Nella ‘Area Sud Terme I’ i lavori hanno interessato l’intera superficie del saggio e hanno consentito di ipotizzare tre differenti fasi: antica; tardo-antica e/o post-antica; moderna. La fase antica in particolare sembra comprendere tre momenti costruttivi, che vanno dalla tarda Repubblica al medio Impero.
      All’arco cronologico tra I sec. a.C. e I sec. d.C. è riferibile il rinvenimento sul fondo della vasca orientale, già parzialmente svuotata, di un ben coeso piano pavimentale in opus spicatum, che fa pensare alla pavimentazione di un’area esterna e/o di servizio, forse antecedente alla costruzione stessa delle terme. In un secondo tempo sul pavimento si imposta una struttura muraria in opera vittata, che forma un non meglio definito ambiente, a pianta ortogonale, a cui si appoggia nell’angolo Nord-Ovest un basolo di reimpiego, alloggiato in un taglio dello spicato.

      Nella fase successiva, orientativamente tra il primo e gli inizi del medio Impero, sembra inquadrabile l’impianto delle terme, a cui vanno ricondotte le due vasche, tra loro contigue e tangenti, parzialmente scoperte nelle precedenti campagne, e due grandi ambienti riscaldati con relativi hypocaustum e praefurnium.

      Quanto ai due ambienti riscaldati, anch’essi già in parte venuti alla luce, presentano muri divisori in comune con le due vasche. La sottopavimentazione dei relativi ipocausti in opus signinum consiste in un piano di cocciopesto compatto, uniforme e fine, che risale lungo le pareti. Una griglia di linee-guida, tracciata con un sistema a cordicelle di maglie quadrangolari, ha consentito in antico un’equidistante posa in opera delle suspensurae, allineate tra loro in modo ortogonale e ad una reciproca distanza di circa cm 60.

      Il praefurnium sembra riconoscibile in un accumulo irregolare di frammenti edilizi, forse crollo della volta, rilevato in corrispondenza della parete Est del saggio, dove significativa è l’esistenza di superfici fortemente combuste.
      Nella terza sottofase, circoscritta all’età medio-imperiale, si ipotizza un riassetto del complesso termale con modifiche a forma e destinazione degli ambienti.

      Allo stesso periodo vanno verosimilmente ricondotte nell’angolo Sud-occidentale del saggio strutture facenti parte di un ambiente, aperto verso Sud, ma in larga parte ancora sotto il bordo meridionale del saggio. Alla seconda fase, quella tardo e post-antica, si datano nei vari settori dello scavo i numerosi ed eterogenei livelli di abbandono, disfacimento e crollo delle originarie strutture, che hanno restituito materiali in alcuni casi molto interessanti, quali: una tegola fittile con bollo ACT. ATTICOPLAC. F. PROCVLAE degli inizi del II sec. d.C.; un coevo castone ovale di corniola rossa con scena militare incisa, un vago di collana in pasta vitrea blu; piccole monete bronzee, illeggibili, forse di IV-V sec. d.C.

      Riguardo la complessa e pluristratificata fase moderna va rilevato il riconoscimento dei livelli di età medievale e rinascimentale, che hanno restituito ceramica smaltata e maiolica.
      Riguardo l’Area Sud Terme II (tavv. I, III; figg. 17-24) le attività sono state orientate a proseguire l’asportazione della fase moderna, precipuamente lungo la fascia orientale del rettangolo di scavo. Molto esigui ancora gli elementi raccolti, ma in via ipotetica possiamo supporre almeno tre fasi: antica, post-antica, moderna.

      In particolare la fase antica, emersa finora soltanto lungo la parete Est di una lunga e profonda fossa moderna, è rappresentata da diverse unità stratigrafiche, appena affioranti: un piano battuto di cocciopesto a grossa tessitura, ricco di calce, ma fortemente sfaldato; una piccola struttura, di andamento Est-Ovest, composta da schegge di arenaria, ciottoli fluviali e malta magra; un piccolo accumulo di materia ad alta percentuale carboniosa, molto friabile, ma omogenea.

    • Emanuela Stortoni - Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo – Area di Ricerca Beni Culturali – dell’Università degli Studi di Macerata 

    Director

    Team

    • Alberto Baldoni
    • Alessandra Volpi
    • Enzo Catani - Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo – Area di Ricerca Beni Culturali – dell’Università degli Studi di Macerata
    • Walter Monacchi
    • Marco Antognozzi

    Research Body

    • Università degli Studi di Macerata

    Funding Body

    • Comune di Sant’Angelo in Vado
    • Comunità Montana ‘Alto e Medio Metauro’ di Urbania
    • Provinciale di Pesaro e Urbino
    • Università degli Studi di Macerata

    Images

    • file_image[PDF]
    • file_image[PDF]
    • file_image[PDF]
    • file_image[PDF]