Summary (Italian)
Nel periodo tra il 19-31 agosto 2013 si sono svolte le indagini stratigrafiche alla Buca di Spaccasasso (Alberese, GR), nel Parco Regionale della Maremma.
Hanno partecipato alla campagna studenti dei Corso di Laurea Triennale e Magistrale dell’Università degli Studi di Siena, dottorandi, e specializzandi.La ricerca è stata rivolta alle evidenze risultanti dall’attività estrattiva dei minerali di cinabro presenti nel bancone di calcare massiccio che costituisce il Poggio di Spaccasasso. L’evidenza mineraria al momento si data solo in relazione alla cronologia della camera funeraria. Tra l’impianto della camera e il deposito di cava il livelletto sterile che documenta un’interruzione nella frequentazione del sito non è riconoscibile ovunque.
Il deposito archeologico formatosi a seguito dell’attività estrattiva finalizzata al recupero di minerali di Cinabro, ha restituito evidenze che documentano diversi passaggi del ciclo di estrazione del minerale. In particolare sembra possibile riconoscere unità stratigrafiche di accumulo di detrito grossolano frutto delle fasi di “abbattimento” del bancone di calcare massiccio in cui sono presenti le vene di Cinabro. A tale tipo di evidenza sono associati prevalentemente strumenti – mazzuoli o picchi-di grandi dimensioni, ottenuti da blocchi di Quarzarenite rossa.
Sono poi riconoscibili accumuli di detrito minuto probabilmente relativi alle fasi di frantumazione dei blocchi di calcare per il raggiungimento delle vene di Cinabro e la sua estrazione.
A questo detrito si associano prevalentemente porzioni di mazzuoli di medie e piccole dimensioni ottenuti in pietra verde di una variante non scistosa ma a grani anche quarzosi.
L’effettiva associazione dei due diversi tipi di strumento, ottenuti con le due diverse materie prime, con fasi diverse dell’attività estrattiva necessita di dati quantitativi, tipologici e tipometrici ancora non disponibili. L’affermazione sopra riportata si basa al momento su semplici osservazioni effettuate sul campo che necessitano di conferme anche sulla base delle future analisi spaziali e di laboratorio.
La campagna si è conclusa mettendo in luce un livello di pietrame di morfologia appiattita e concoide, di dimensione massima tra i 15 e i 20 cm. La morfologia e l’aspetto delle superfici di queste pietre permettono di interpretarle come scaglie di decorticamento della parete di calcare per l’avvio dell’attività di estrazione del Cinabro. Queste scaglie sembrano quindi documentare il primo momento di sfruttamento minerario in questo punto del bancone di calcare. Le lastre di decorticamento in taluni casi presentano la superficie di una delle due facce alterata, non compatta e polverosa. Inoltre il deposito su cui poggiano si presenta a tratti non terroso ma costituito da polvere grigia finissima.
Nell’ambito di una tesi triennale del Corso di Laurea in Diagnostica e Materiali per la Conservazione e il Restauro presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università di Firenze sono in corso le analisi per la caratterizzazione del Cinabro di Spaccasasso e la sua eventuale presenza sulle porzioni attive degli strumenti da cava, in particolare sui mazzuoli in pietra verde.
- Nicoletta Volante - Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti  
Director
- Gabriella Piccinni
Team
- Elsa Pacciani - Ministero per i Beni e le Attività Culturali
- Mario Rossi
- Mauro Bonaccorsi
- Giovanni Pizziolo
- Pasquino Pallecchi
- Fabrizio Mazzarocchi
Research Body
- Università degli Studi di Siena
Funding Body
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