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Excavation

  • Nervia, Area mura settentrionali
  • Ventimiglia
  • _Albintimilium_

    Tools

    Credits

    • The Italian Database is the result of a collaboration between:

      MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

      ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

      AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

    • AIAC_logo logo

    Summary (Italian)

    • Nel corso della campagna di scavo 2019 si è proceduto all’ampliamento verso sud dell’area 5000A, già esplorata nella campagna dell’anno precedente, per una superficie complessiva di circa 40 mq. Dopo le opportune operazioni di pulizia e la relativa documentazione grafica e fotografica, si è provveduto all’asportazione di una serie di strati di origine colluviale che coprivano strati di abbandono e disuso, caratterizzati dalla presenza di abbondanti materiali ceramici tardi che hanno confermato la cronologia della fase di abbandono dell’area (Fase III della periodizzazione dell’area di scavo) all’avanzato VII secolo, in significativa coincidenza con la conquista longobarda della Liguria costiera da parte di Rotari del 643.

      Nell’ultimo strato di abbandono sono stati individuati diversi affioramenti caratterizzati da pietrame sparso e, nel limite sud-est del saggio, un taglio con alcune buche per palo, che è stato possibile riferire ad una azione di spoglio delle mura. Nello stesso strato sono state inoltre scoperte due nuove tombe: la prima (T. 49 dell’inventario generale del sepolcreto), definita come “tomba ad amigdala” presenta una tipologia mai documentata nel sepolcreto tardo antico in corso di scavo, a forma appunto a mandorla allungata, la seconda (= T. 50), appena intravista e forse lievemente più antica della precedente, presenta una probabile copertura a lastre litiche e laterizie.

      Durante la campagna 2019 si è inoltre proceduto all’apertura nell’Area 6000 del sarcofago n. 9, realizzato in Pietra di Finale, il cui interno presentava, ricoperti da uno strato colluviale di infiltrazione, diverse inumazioni, due delle quali in parziale connessione anatomica ed in mediocre stato conservativo, tutte deposte nella classica posizione con capo a ovest rivolto verso est, sepolture che saranno successivamente sottoposte ad un più accurato studio antropologico.

      L’osservazione della cassa litica (mis. 1,90 × 0,70 m) ha permesso di verificare che la forma interna presenta angoli arrotondati e conserva nella faccia superiore dei lati lunghi alcune solcature, segno evidente dell’utilizzo di travi per il sollevamento del coperchio, funzionali alle azioni successive alla prima deposizione. La predisposizione del sarcofago a sepolture successive dopo l’ultimo suo utilizzo è inoltre confermata da una fitta serie di zeppe litiche e laterizie individuate su tutti i lati della cassa, che era stata sigillata al coperchio, presentante la classica forma a tettuccio con acroteri angolari, da un abbondante strato di malta.

    • Dott.ssa Daniela Gandolfi - Istituto Internazionale di Studi Liguri 

    Director

    • Daniela Gandolfi - Istituto Internazionale di Studi Liguri

    Team

    • Valeria Amoretti - Parco Archeologico di Pompei
    • Emiliana Martini – Museo Archeologico “G. Rossi” – Ventimiglia
    • Lorenzo Ansaldo - Istituto Internazionale di Studi Liguri
    • Claudio Mastrantuono – Istituto Internazionale di Studi Liguri
    • Roberta Fabbri - Politecnico di Torino

    Research Body

    • Istituto Internazionale di Studi Liguri

    Funding Body

    • Comune di Ventimiglia
    • Confindustria Imperia
    • Diocesi di Ventimiglia-Sanremo
    • Istituto Internazionale di Studi Liguri

    Images

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