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Excavation

  • Acropoli, cd. tempio di Giove
  • Cuma
  • Kyme, Cumae
  • Italy
  • Campania
  • Naples
  • Pozzuoli

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Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • La campagna di ricerca, svoltasi a settembre 2014, si è articolata in piccoli interventi di verifica stratigrafica e nel riordino della documentazione.

    Nel 2015 e 2016 ci si è dedicati al completamento del rilievo e allo studio delle strutture e, soprattutto, ad operazioni di catalogazione e studio dei materiali rinvenuti nelle campagne pregresse al fine di predisporre lo studio analitico e l’edizione del complesso.

    Presso le navate settentrionali è stato scavato un gruppo esiguo di tombe, risparmiato nel corso delle campagne precedenti. Sul limite opposto meridionale, con due brevi saggi, sono state verificate le stratigrafie più recenti: ancora un piccolo nucleo di tombe e accumuli da attribuire alla fase moderna di vita e contemporanea permettendo di chiarire la pertinenza cronologica di un gruppo di murature la cui interpretazione non poca confusione ha creato nella letteratura scientifica.

    Lo studio dei reperti ha, invece, permesso di avanzare nuove ipotesi circa i sistemi di rivestimento del tempio. Agli annessi del santuario, o alla parete esterna del monumento, è da attribuire un sistema decorativo in stucco e pittura a finti ortostati, rientrante nella famiglia del così detto primo stile o strutturale. Si tratta delle superfici parietali cui sono pertinenti anche i frammenti di intonaco bianco o rosso su cui sono tracciati numerosissimi graffiti in greco e latino pertinenti alla frequentazione sacra del santuario.

    Per la fase tardo augustea, la revisione dei contesti marmorei ha permesso di ricostruire a grandi linee il sistema decorativo delle celle. I muri esterni del complesso del naos erano rivestiti da lastre marmoree con paraste in brecce colorate. La prima cella, dominata sul fondo dal podio rivestito in pavonazzetto, presentava alle pareti semicolonne in muratura a inquadrare nicchie poco profonde su podio. La decorazione in questo caso era affidata alla pittura e agli stucchi. L’effetto finale risponde al gusto decorativo augusteo che, a partire dalle soluzioni monumentali e preziose del tempio di Apollo Sosiano, è possibile ritrovare in numerose declinazioni fino a raggiungere, per esempio, le semplificazioni quasi standardizzate dei sistemi decorativi delle pareti dell’edificio di Eumachia a Pompei o di quello dell’edificio dedicato al culto imperiale sullo stesso foro pompeiano. La seconda cella era, invece, interamente rivestita di marmo, come testimoniano i resti delle grappe metalliche che è stato possibile ritrovare in traccia nel vivo delle murature. Questa seconda cella, preziosa anche nelle forme dei rivestimenti, accessibile dai fianchi, doveva con ogni probabilità accogliere il o i simulacri di culto.

    A una delle due celle, forse alla prima, montato al di sopra delle colonne, sul possibile architrave rilevato, doveva appartenere una iscrizione monumentale su marmo di cui sono stati ritrovati nel corso delle diverse campagne più frammenti, lastre reimpiegate in luoghi diversi della chiesa forse come chiusura delle tombe. Lastre e lettere, rubricate in rosso, sono tutte dello stesso modulo e ductus . Il testo, estremamente frammentario, doveva contenere più titolature, nomi di personaggi della casa imperiale e dello stesso imperatore: un iniziale di lastra con Ti[—-] è forse ancora troppo poco per poter supporre che l’imperatore coinvolto nella ricostruzione fu Tiberio associato con Livia: ricordo che proprio gli scavi del tempio hanno restituito due iscrizioni in cui si menziona Cupiennio Satrio Marciano, figlio di un amico intimo di Augusto, cumano, che, proprio nei primi anni del regno di Tiberio, fa ricostruire l’ aedes Apollinis.

  • Carlo Rescigno, Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, Seconda Università degli Studi di Napoli 

Director

Team

  • Alessio Mincione
  • Attanasio Fabio
  • Bucciero Pasquale
  • Cantone Gaetano
  • D'Acri Mattia
  • Del Mastro Barbara
  • Della Corte Antonio
  • Elena Cammarano
  • Francavilla Giulia
  • Germini Francesca
  • Maiorano Daniela
  • Marino Sara
  • Menale Ilaria
  • Pallonetti Marco
  • Palma Olga
  • Salzillo Francesco
  • Sarmiento Nilde
  • Sollo Roberta

Research Body

  • Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’

Funding Body

Images

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