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Excavation

  • Guardamonte
  • Monte Vallassa
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  • Italy
  • Lombardy
  • Province of Pavia
  • Bagnaria

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Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Oggetto delle operazioni è stata la parte a vista di opere murarie a secco di contenimento e di alcune strutture connesse, messe in luce nel corso delle precedenti campagne di scavo e ancora oggi in parte visibili, costituite da pietre e massi di arenaria del Monte Vallassa. Sono stati riscoperti e ripuliti i muri e i resti delle strutture murarie che costituivano i limiti di un vano del IV-III secolo a.C. sulla terrazza mediana del versante meridionale del Monte Vallassa.

    Interventi di consolidamento e parziale riposizionamento delle strutture trovate in situ sono stati resi necessari in vista della valorizzazione dell’area interessata dagli scavi archeologici nel corso degli ultimi quindici anni. La valorizzazione è stata effettuata mediante un’opera di ricostruzione con il contributo erogato dalla Regione Lombardia nell’ambito del progetto “Indagini nell’abitato arcaico del castelliere celto-ligure del Guardamonte”.

    Si è riportato a luce e un angolo di abitato ligure di IV-III secolo a.C. tramite consolidamento dei resti secondo le modalità concordate con la Soprintendenza. Il sito archeologico è parte integrante del Parco archeologico-naturalistico del Guardamonte che, esteso sui due versanti lombardo e piemontese, del Monte Vallassa, è stato realizzato dalla Provincia di Alessandria dopo aver acquistato i terreni di proprietà privata.

    Si è così restituita alla comprensione del visitatore un ambiente delimitato da strutture murarie di terrazzamento che nel IV e ancor prima nel VI a.C. avevano dato modo agli abitanti del luogo di recuperare più ampi piani su cui impostare le loro capanne o i loro ambienti produttivi. Questi ultimi in più casi dovevano appoggiarsi alle mura di terrazzamento la cui doppia funzione è stata letta nel corso dello scavo.

    Le strutture rimesse in luce sono state fatte oggetto di un dettagliato rilevamento con Stazione Totale elettronica e laser, integrato con supporti manuali e tramite la realizzazione di immagini fotogrammetriche specifiche, e riversato su supporto digitale CAD.

    A seguito delle operazioni di pulitura sono stati raccolti circa 70 frammenti ceramici in impasto, corrispondenti al consueto repertorio di vasellame ligure dell’età del Ferro, già rinvenuto nelle campagne precedenti.

    L’intera area è stata quindi risistemata con regolarizzazione dei limiti entro i quali sono state rese visibili le realtà archeologiche scavate dopo la realizzazione del restauro conservativo. Per dare maggiore stabilità alla porzione ricostruita, ci si è serviti di argilla locale (dalle notevoli proprietà plastiche e adesive) miscelata ad acqua e, per l’allettamento dei massi di maggiori dimensioni, a malta naturale a base di calce naturale, pozzolana naturale, pietra, marmo e granito. Lo stesso impasto a base di argilla, acqua e biocalce Pietra Kerakoll è stato utilizzato per l’allettamento dei massi che erano precariamente appoggiati sui sottostanti nella porzione di muro già in situ.

  • Cristina Chiaramonte Treré - Università degli Studi di Milano 

Director

Team

  • Nicolò Donati
  • Lia La Terra
  • Giorgio Baratti - Università degli Studi di Milano
  • Sara Menescardi

Research Body

  • Università degli Studi di Milano

Funding Body

  • Regione Lombardia

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