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Excavation

  • Asti, Via Antiche Mura
  • Asti
  • Hasta

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    Credits

    • The Italian Database is the result of a collaboration between:

      MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

      ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

      AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

    • AIAC_logo logo

    Summary (Italian)

    • Ampi tratti delle mura di età comunale di Asti, interamente in laterizio, si conservano soprattutto nel settore settentrionale della città. Secondo il cronista astense Ogerio Alfieri, l’edificazione della cinta fu compiuta entro la seconda metà del XIII secolo restituendo un segno tangibile della potenza del Comune medievale.

      Finora, invece, non si avevano tracce certe di una cinta muraria precedenti: per quanto attiene l’età romana, infatti, la sopravvivenza della torre laterale di una porta urbica antica (la cosiddetta “Torre rossa”, poi trasformata in campanile della chiesa di santa Caterina), dimostrava solamente la monumentalizzazione degli accessi, non necessariamente la fortificazione del perimetro urbano, in età imperiale. L’esistenza di mura tardoantiche o altomedievali è stata da più parti ipotizzata soprattutto sulla base di alcuni riferimenti letterari, troppo generici, però, per essere considerati una prova definitiva. Quest’ultima è pervenuta attraverso recenti sondaggi archeologici programmati, condotti nel contesto degli interventi conservativi delle mura duecentesche promossi dal Comune di Asti a partire dal 2001. In corrispondenza di una delle torri di cortina, infatti, è emersa una struttura muraria disposta a 68° a est (differente, pertanto, dall’orientamento dell’impianto urbano romano, ma anche della cinta del XIII secolo); alla faccia interna del muro, largo 0,80 m, si addossano, a distanza regolare una serie di contrafforti sporgenti per 0,65-0,70 m e larghi 0,60 m, presumibilmente destinati a reggere il camminamento di ronda ligneo. Dopo un tratto di circa 35 m, la struttura cambia direzione, formando un angolo di 148° verso sud-ovest: questo secondo tratto è stato indagato per 5,50 m, ma attraverso alcuni sondaggi di scotico superficiale è stato verificato che prosegue con il medesimo andamento almeno per 27 m.

      La conservazione in alzato varia fino a un massimo di 2 m; le facciaviste sono in sesquipedali romani, su corsi regolari; il nucleo è in ciottoli e frammenti di laterizi legati da malta. All’esterno della struttura è stato individuato un sedime stradale, largo 5 m, in tritume di laterizio, la cui continuità d’uso fino all’epoca di costruzione delle nuove mura è indiziata dal rinvenimento sulla superficie di monete in mistura del Comune di Asti (1140-1336). Mancano dati archeologici per una puntuale datazione del ritrovamento, ma le forti analogie con una struttura muraria, ugualmente dotata di contrafforti, rinvenuta a Pollentia ed interpretata come cinta di un castrum tardo-antico (seconda metà V – VI secolo) consente di proporre per la struttura astigiana una simile cronologia; l’utilizzo di laterizi romani di reimpiego e il ridotto spessore delle murature, non contrastano con questa tesi. La realizzazione di un’opera difensiva ad Asti tra tarda antichità ed alto medioevo si inserirebbe in un fenomeno di fortificazione parziale della città ipotizzato anche per altri centri urbani: a tale ridotto, si riferirebbe un documento del 924 in cui è menzionato un castrum vetus.

    • G.B. Garbarino - Università degli Studi di Siena - Istituto Internazionale degli Studi Liguri 

    Director

    • Federico Barello - Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie

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