Fasti Online Home | Switch To Fasti Archaeological Conservation | Survey
logo

Excavation

  • Convento di San Francesco a Folloni
  • Folloni
  •  
  • Italy
  • Campania
  • Province of Avellino
  • Montella

Tools

Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Nel febbraio del 2003 un’indagine ricognitiva eseguita al basamento del Monumento funebre di Diego Cavaniglia (Napoli 1453 – Otranto 1481), opera di Jacopo de la Pila e bottega, presso il Convento San Francesco a Folloni in Montella (AV), ha riportato alla luce la sepoltura del conte.

    Un primo fortuito ritrovamento si ebbe durante i lavori del post-sisma del 1980 che interessarono tutto il complesso conventuale: il pavimento della sacrestia fu smontato per riportare alla luce il primitivo luogo di culto dei frati, indicato come “romitorio” nella Platea venerabilis conventus sancti Francisci di Sebastiano Guerruccio del 1740/41. Nel basamento posto a sostegno del mausoleo sotto il piano pavimentale, la deposizione fu rinvenuta dagli operai e subito celata, poi raccolta in un telo di PVC e rinchiusa nel solaio del nuovo pavimento, nel punto dove era stata trovata.

    Su interessamento del sottoscritto, grazie ad alcune segnalazioni pervenute dagli stessi operai, è stato possibile recuperare le ossa e parte del vestiario dell’inumato.

    Del corpo del conte è stato rinvenuto lo scheletro quasi completo che, dopo una prima ricognizione del medico legale dott. Di Benedetto di Montella, è stato oggetto di studio del prof. Fornaciari dell’Università di Pisa. Le conclusioni a cui è giunto il professore è che si tratta di un individuo di sesso maschile di 24-29 anni, alto 174 cm i cui marcatori scheletrici di attività occupazionali rivelano un individuo che ha esercitato un’intensa attività fisica sin da giovane.

    Tali attività sono riferibili all’addestramento di Diego, già in età puberale, alle armi (l’uso dello “stocco” tipica spada del ‘400), allo stress del peso di armature, all’esercizio intenso e ripetuto della pratica equestre.

    Le ossa, composte in una artistica cassa di legno con un pregevole intarsio dello stemma Cavaniglia, sono conservate nella Sacrestia del Convento.

    Dell’abbigliamento di Diego sono stati rinvenuti due soli indumenti: la giornèa e il farsetto. Al momento del ritrovamento essi avevano la consistenza della carta per effetto della disidratazione e diversi tipi di alterazioni presenti su ogni singola parte. Si deve alla perizia della dott.ssa Lucia Portoghesi, archeologa ed esperta del costume, se il lungo e complesso restauro, che ha richiesto dieci anni di lavoro, ha riportato al loro splendore non solo i tessuti serici ma anche le fogge di questi indumenti che costituiscono la caratteristica del costume maschile quattrocentesco italiano. Il tessuto in raso di seta cremisi della giornèa aveva in origine decorazioni in oro e argento e, molto probabilmente, un’applique sulla spalla destra che è stata strappata. Il farsetto, in damasco di seta, presenta la classica decorazione “a pigna fiorita” con maniche guarnite da asole per la fuoriuscita di nastrini decorativi.

    Il restauro è stato eseguito secondo i metodi dell’ICR (Istituto Centrale per il Restauro). Alla pulizia iniziale, con acqua distillata e detergente neutro, e alla opportuna disinfestazione, è seguita l’operazione di fissaggio dei tessuti su supporto di crepeline e batista di cotone con punto posato e filato invisibile. Si è provveduto poi al rimontaggio dei singoli indumenti, attualmente esposti alla pubblica fruizione presso il Museo dell’Opera di San Francesco a Folloni.

    L’evento ha segnato l’inizio di una serie di iniziative culturali volte ad approfondire la conoscenza del personaggio, del suo tempo e del Territorio dell’Alta Valle del Calore. Il restauro del corredo funebre è risultato una delle operazioni più importanti, elaborate e audaci, per il pregio dei tessuti e il carattere di unicità di questi reperti.

  • Agnello Stoia 

Director

  • Antonella Cucciniello, Soprintendenza ai Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Salerno e Avellino
  • Sandro De Rosa, Soprintendenza ai Beni Architettonici Paesaggistici di Salerno e Avellino;

Team

  • Gino Fornaciari – Università di Pisa
  • Lucia Portoghesi
  • Marielva Torino

Research Body

  • Università degli Studi di Pisa, Divisione di Paleopatologia

Funding Body

  • Comunità dei frati del Convento San Francesco a Folloni

Images

  • file_image[PDF]
  • file_image[PDF]
  • file_image[PDF]
  • file_image[PDF]
  • file_image[PDF]