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Excavation

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Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Settore 4

    E’ stato portato a termine lo scavo di uno dei depositi di ceramica (terzo quarto del VII secolo a.C., Fase 1) realizzati direttamente nel banco di argilla che costituisce lo strato geologico superiore della collina, già portati alla luce dagli scavi dell’Università di Milano e nel corso delle nostre campagne 2005 e 2007. Nuove tracce di pratiche rituali sono state identificate nelle modalità di deposizione della ceramica e di altri oggetti, tra cui un’ascia miniaturistica in bronzo. Si è potuto definitivamente confermare l’ipotesi formulata lo scorso anno, che interpreta le fosse circolari della fase precedente (appartenenti alla Fase 3, e riempite intorno alla metà del VII secolo – Fase 2) come fosse per la decantazione dell’argilla: il completamento dello scavo della fossa più grande ha infatti rivelato la presenza di cospicui resti di argilla sul suo fondo. Nell’angolo sud-orientale del saggio è inoltre emersa una nuova fossa, di forma quadrangolare e di più grandi dimensioni, nella quale ancora più cospicui appaiono i resti dell’argilla di decantazione, ancora in situ lungo le pareti del suo lato meridionale. A sud delle tre fosse circolari è stato individuato un battuto in terra, che corrisponde al piano di calpestio relativo alla fase in cui sono stati realizzati i depositi (Fase 1). Alla fase pertinente all’area produttiva (Fase 3) appartiene invece una buca di palo, la quale apre ora nuove prospettive di ricerca in questo settore, suggerendo la verosimile presenza di un edificio connesso al funzionamento del complesso artigianale.

    Settore 1

    L’area appare caratterizzata, come ormai noto, da un grande strato che ha ricoperto integralmente ogni evidenza precedente, frutto di una vasta operazione di livellamento del suolo – corrispondente a quanto appena osservato nel Settore 4 – databile intorno alla metà del VII secolo (Fase 2). Ai limiti delle pendici meridionali del plateau collinare, in concomitanza con quanto avvenuto nel Settore 4 dove erano state riempite le fosse per la decantazione dell’argilla, questo piano ha obliterato ogni struttura precedente, tra cui quelle pertinenti all’area artigianale della Fase 3 (strato ricco di resti di forni). Poco lontano da quest’area, da cui lo divide un pavimento, nel corso delle precedenti campagne era stata portata alla luce un’enorme cavità scavata nella collina, che raggiunge il terreno vergine sabbioso a una profondità di quasi 2 metri e mezzo dal suolo. Essa è stata obliterata mediante un grande riempimento di terra (Fase 2, metà del VII secolo a.C.) riversato nello stesso momento in cui sono state riempite le fosse nel Settore 4, la cui superficie costituisce il suolo dell’ultima fase di occupazione.

    Grazie a nuovi dati stratigrafici e contestuali, è stato possibile quest’anno comprendere definitivamente la natura artificiale di questa enorme depressione: una grande cava dell’argilla di cui è costituito lo strato geologico più superficiale della collina, dotata di gradini per l’accesso. Il quadro generale che ne deriva, ormai piuttosto coerente, traccia le coordinate di un’area artigianale di notevoli dimensioni, comprendente i forni, la cava di argilla, le fosse per la decantazione dell’argilla. Questo complesso ha dovuto funzionare in un momento di occupazione “mista” della collina, la prima metà del VII secolo a.C. (Fase 3).

    Quest’area artigianale ha riutilizzato le strutture pertinenti alla fase precedente. Lungo il bordo meridionale della collina, tra la cava di argilla a nord e l’area dei forni a sud, è stato infatti portato alla luce – al di sotto dello strato di obliterazione della Fase 2, – un grande pavimento conservato su una lunghezza di almeno una dozzina di metri e una larghezza ridotta (di circa 3 m), in quanto i sui limiti nord e sud sono stati strappati al momento delle realizzazione della cava di argilla a nord e dell’installazione dei forni a sud. Costituito da un fine battuto, estremamente solido e duro, di minuscole pietre e di frammenti ceramici, il pavimento presenta uno stato di conservazione eccezionale, e appare consolidato da grosse pietre e da puddinga concentrate soprattutto lungo il suo limite meridionale, le quali si appoggiano a un grande strato di terra di sostruzione che al suo interno contiene esclusivamente ceramica enotria: monocroma, acroma, grandi contenitori, a impasto; estremamente rari sono i frammenti di ceramica bicroma, mentre si nota una non secondaria presenza di ceramica buccheroide (rossa e nera). Tali elementi invitano a datare tale struttura al terzo quarto – seconda metà dell’VIII secolo a.C. (Fase 4, la cui cronologia andrà precisata ulteriormente). La ruderatio di questo pavimento si appoggia a sua volta su un suolo più antico, che insiste direttamente sullo strato vergine di argilla ed è costituito da un battuto di ciottoli di dimensioni piccole e medie e di frammenti di ceramica, i quali ne suggeriscono una datazione all’interno della prima metà dell’VIII secolo a.C. (Fase 5). L’alta qualità tecnica della realizzazione dei due pavimenti, il loro eccezionale stato di conservazione, la notevole estensione di almeno uno di essi e la loro alta cronologia, tracciano per la prima volta il quadro della reale importanza che le fasi dell’età del Ferro (Fasi 4 e 5) hanno dovuto assumere nella storia dell’occupazione dell’Incoronata.

Director

  • Mario Denti - Laboratoire LAHM, UMR 6566 CReAAH, Université de Rennes 2

Team

  • Céline Gaslain - Université de Rennes 2
  • François Meadeb - Université de Rennes 2
  • Ilaria Tirloni - Université de Rennes 2
  • Mathilde Villette - Université de Rennes 2
  • Antonio De Siena - Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata
  • Studenti - Université de Rennes 2

Research Body

  • Laboratoire LAHM
  • UMR 6566 CReAAH
  • Université de Rennes 2

Funding Body

  • Association «Alter Ego Ego Rennes»
  • Comune di Pisticci

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