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Excavation

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Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Il progetto di recupero della ex chiesa di Sant’Antonio nell’abitato di Tessennano (Vt) ha offerto l’opportunità di effettuare un intervento archeologico preventivo ai lavori di restauro e consolidamento dell’edificio. Gli scavi condotti all’interno della chiesa (2009-2011), integrati dalla lettura degli elevati seguita allo stacco degli intonaci, hanno messo in evidenza un’articolata sequenza stratigrafica che si svolge tra i secoli centrali del medioevo e la metà del XX secolo, periodo in cui la chiesa fu trasformata in deposito di granaglie (1938) e successivamente in sala cinematografica. Le evidenze relative al primo complesso ecclesiastico, inquadrabile in età romanica, sono costituite da alcuni lacerti murari risparmiati dagli scassi per la realizzazione di una serie di camere ossario (XVI-XVIII sec.) e dalle più recenti rasature e demolizioni: il basamento di un’abside semicircolare, posta all’altezza del presbiterio della chiesa attuale, ed alcuni brevi tratti di cortine murarie in blocchi squadrati di tufo. All’edificio ecclesiastico di età medievale si collega la presenza di due aree cimiteriali numerose tombe a fossa semplice, scavate nel banco di tufo, forse originariamente esterne rispetto al perimetro del primo edificio. Allo stesso periodo sono attribuibili i resti dei piedritti di un ingresso e di un adiacente passaggio voltato, attribuibili ad una porta o postierla che si apriva nella cinta muraria medievale del castello di Tessennano. L’ingresso fu parzialmente demolito e interrato al momento dell’ampliamento della chiesa nel corso del XVI secolo.

    Nel giugno 2015, nelle fasi di ultimazione dei lavori di restauro e consolidamento del monumento, al piede della balza rocciosa su cui si imposta l’edificio medievale è stata messa in luce una fossa a profilo biconico scavata nel banco tufaceo, parzialmente rivestita sulle pareti e sul fondo da un sottile strato di malta idraulica, utilizzata inizialmente come serbatoio idrico e poi come scarico. Gli strati di riempimento hanno restituito materiali ceramici (dipinta sotto vetrina, invetriata verde, maiolica arcaica) inquadrabili nell’ambito della seconda metà del XIII o nei primi decenni del XIV secolo. L’elevato grado di frammentazione del materiale e la collocazione topografica in un’area esterna alla cinta, prossima alla strada di accesso all’abitato suggeriscono che la colmatura della cavità possa essere posta in connessione con un riassetto generale dell’area limitrofa alla chiesa, forse contestuale al rifacimento due-trecentesco del complesso edilizio, documentato dall’analisi stratigrafica delle architetture. Anche il tipo di assemblaggio faunistico sembra collegare l’utilizzo del butto alla chiesa di Tessennano e alla comunità religiosa che vi faceva capo, dal momento che le specie individuate suggeriscono una dieta di qualità medio-alta e attenta alle prescrizioni religiose in materia di alimentazione.

  • Giuseppe Romagnoli - Università degli Studi della Tuscia 

Director

  • Maurizio Pellegrini - Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Roma la Provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale

Team

  • Annamaria Villari – Università della Tuscia
  • Francesca Occhiogrosso - Università della Tuscia
  • Lavinia Piermartini – Università della Tuscia
  • Luca Brancazi – Università della Tuscia

Research Body

  • Università degli Studi della Tuscia

Funding Body

Images

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