Summary (Italian)
In data 18 settembre 2008 si dava avvio ai lavori di indagine archeologica nella zona presbiteriale e absidale del Duomo di Cosenza. L’inizio delle attività ha previsto il rilievo topografico dell’area di interesse con la relativa localizzazione dei saggi di verifica, che hanno interessato la conca absidale, i due pilastri a ridosso del presbiterio, la “fossa comune”, quindi l’area presbiteriale.
Le indagini stratigrafiche hanno messo in evidenza – come si evince dall’apparato grafico – una mole consistente e diversificata di emergenze archeologiche, che testimoniano un range cronologico che va dall’età ellenistica al postmedioevo.
Di notevole interesse è stato il rinvenimento del “blocco” lapideo con iscrizione in rosso, recante la data 1886.L’iscrizione, collocabile cronologicamente al mandato del vescovo Camillo Sorgente ci riporta a uno dei primi lavori di restauro che interessarono la Cattedrale di Cosenza. Si apprende dalle relazioni di archivio, infatti, che proprio negli anni dal 1886 al 1902, il Pisanti attuò degli interventi di restauro, meglio definibili come dei lavori di rinnovamento dalle fondamenta della nave traversa al limite delle absidi.
Una tale cronologia ci viene, ancora, confermata dal recupero di alcune pipe in terracotta, proprio a ridosso delle “briglie” moderne costruite per il consolidamento contro gli eventi tellurici che hanno continuamente flagellato Cosenza e la sua Cattedrale.
Alla fase postmedievale può essere ascritta, anche, la sottostruttura composta da piccole volte in muratura, atta a rafforzare staticamente le strutture murarie. Si segnala, inoltre, la “fossa comune” in malta, di 3,48 × 2 mt, dove sono stati rinvenuti alcuni inumati in deposizione secondaria e alcuni grani di rosario di colore nero, di diverse dimensioni.La fase medievale è rappresentata dall’individuazione dell’abside originaria e di alcuni lacerti pavimentali realizzati in cocciopesto (allettamento dell’apparato musivo) e in mattoni in cotto; da alcuni brani pittorici, da strutture murarie e reperti ceramici. Ancora, emergenze murarie, lacerti di opus tessellatum, manufatti vitrei e ceramici ci confermano una frequentazione dell’area in età tardoantica (con presenza di un fonte battesimale), romana ed ellenistica.
Le evidenze messe in luce sono da considerarsi, dunque, ormai necessarie, per la comprensione dell’assetto urbanistico della città di Cosenza, nelle diverse epoche storiche, e per la nuova lettura e analisi dell’imponente Monumento cultuale.
- Franca C. Papparella - Unical. 
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