Fasti Online Home | Switch To Fasti Archaeological Conservation | Survey
logo

Excavation

  • Relitto delle Colonne
  • baia di Camarina
  • Kamarina

    Tools

    Credits

    • The Italian Database is the result of a collaboration between:

      MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

      ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

      AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

    • AIAC_logo logo

    Summary (Italian)

    • Noto alle autorità a partire dal 1973 il relitto della Colonne (175 – 200 d.C.) e stato oggetto nel corso degli anni di una serie di verifiche e due campagne di scavo nel 1989 e 1996. Il nome del sito deriva dal carico principale che è costituito da una coppia di colonne lunghe poco più di sei metri di marmo numidico semilavorate. Facevano inoltre parte del medesimo carico lastre di arenaria e in misura minore di marmo grigio, esemplari di anfore Africana I A (forma XXIII di Ostia) e in misura minore del tipo Mid Roman 18 (forma Reley 288), nonché una serie di manufatti rappresentativi anche di un raffinato artigianato artistico. Sulla scorta di questi dati il relitto è stato interpretato come ciò che resta di una piccola nave di circa 20 metri di lunghezza, impegnata nel trasporto di un carico misto proveniente dal nord Africa, che è naufragata su una duna sabbiosa semi sommersa mentre cercava di raggiungere il porto di Kamarina.

      Nell’estate del 2019 l’Università di Udine ha condotto una nuova campagna di scavo in collaborazione con la Soprintendenza del mare finalizzata a completare il lavoro del 1996, indagando anche a nord delle colonne, e ad avviare un più approfondito studio tecnico-costruttivo dello scafo.

      Lo scafo ligneo si è preservato in alcuni importanti elementi costitutivi e risulta in connessione per una lunghezza di 15 metri, che vanno da una estremità (nord-ovest) a una calettatura a dardo di Giove della chiglia (sud-est). Nei punti di frattura si è potuto documentare il sistema di giunzione a mortase e tenoni proprio dell’età antica, qui atipicamente garantito da un doppio ordine di incastri, disposti in modo sfalsato su due file parallele distanti tra loro solo 1,5 centimetri. Sopra il fasciame si sono preservati alcuni madieri fissati al fasciame mediante caviglie lignee e più di rado da perni in ferro. Sul relitto si è conservato anche parte del paramezzale, formato da un trave opportunamente sagomato nella faccia inferiore per immorsarsi sui madieri. Il relitto delle Colonne di Kamarina, preservatosi per circa 15 metri di lunghezza e 3 metri di larghezza, rientra come visto nella tipologia detta con “costruzione a guscio”, ovvero dove le tavole del fasciame vengono saldamente collegate fra di loro con funzione strutturale, mentre le ordinate sono solo di rinforzo. In particolare in questo caso l’assemblaggio del fasciame è assicurato da un doppio ordine di incastri disposti in maniera sfalsata su due file parallele, in modo tale che la tenuta dei tenoni non presenti soluzione di continuità. Questa particolarità è stata osservata anche su altri importanti scafi di età romana e sembra potersi ricollegare proprio a quelle categoria di bastimenti definita da Plinio naves lapidariae, in cui il doppio ordine di mortase e tenoni sembra costituire la risposta tecnologica alla necessità di trasportare carichi estremamente pesanti.

      FoL_Kamarina (1) Operazioni di scavo (foto di Massimo Capulli)
      FoL_Kamarina (2) Il relitto visto da nord-ovest (foto di Massimo Capulli)
      FoL_Kamarina (3) Il relitto visto da sud-est (foto di Massimo Capulli)
      FoL_Kamarina (4) Il relitto visto dal drone (foto di Dario Innocenti)
      FoL_Kamarina (5) Operazioni di rilievo diretto (foto di Dario Innocenti)
      FoL_Kamarina (6) Bozzello di legno a una puleggia (foto di Dario Innocenti)

    • Fabrizio Sgroi-Soprintendenza del mare della Regione siciliana 

    Director

    • Fabrizio Sgroi-Soprintendenza del mare della Regione siciliana
    • Massimo Capulli-Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale – Università degli Studi di Udine

    Team

    • Alessandro Pellegrini-Università di Udine
    • Dario Innocenti-Università di Udine
    • Fabrizio Sgroi-Soprintendenza del mare della Regione siciliana
    • Luigi Prisco
    • Massimo Capulli-Università di Udine

    Research Body

    • Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale – Università degli Studi di Udine
    • Soprintendenza del mare della Regione siciliana

    Funding Body

    • Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale – Università degli Studi di Udine
    • Institute of Nautical Archaeology

    Images

    • file_image[PDF]
    • file_image[PDF]
    • file_image[PDF]
    • file_image[PDF]
    • file_image[PDF]
    • file_image[PDF]