Fasti Online Home | Switch To Fasti Archaeological Conservation | Survey
logo

Excavation

  • Lucone
  • Lucone
  •  
  • Italy
  • Lombardy
  • Province of Brescia
  • Muscoline

Tools

Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Nel 2018 si è continuata l’indagine al Lucone, sito D, nell’area denominata Settore 2, aperta nel 2016. Lo scavo ha preso avvio a metà luglio per poi finire alla fine di agosto. Le ricerche si sono concentrate, in continuità con la precedente campagna 2017, nell’asportazione dei livelli che costituivano due complessi cumuli di scarico (US 420 e US 423), cresciuti sotto gli impalcati dell’insediamento. Queste strutture risultano composte da numerosi strati, spesso interdigitati tra loro, di differente natura. Alcuni infatti sono costituiti da materiali argillosi, spesso scottati, derivanti da ristrutturazioni di pareti o di focolari, altri invece presentano componenti più organiche e sono da riconnettere con butti di materiali vegetali o resti di pasto, ma anche con il naturale apporto delle acque dello specchio lacustre. Quest’anno sono emersi alcuni elementi particolarmente interessanti per ricostruire vari aspetti culturali del sito durante l’età del Bronzo. In uno strato limoso con concentrazione di ramaglie (US 499) è stata ad esempio individuata una struttura in impasto argilloso (RR 2306), in parte crudo e in parte cotto dal fuoco, di forma troncoconica, adagiata su un fianco e deformata dal peso dei sedimenti. L’orlo inferiore presenta scanalature parallele che lo avvicinano alle tre strutture in argilla semicotta trovate in frammenti nei livelli d’incendio (US 231) del Settore 1 e provvisoriamente interpretate come silos per derrate alimentari. Questo dato è molto interessante perché attesta che queste strutture in argilla cruda erano distribuite in più punti del villaggio.

    Altro dato importante proviene dalla zona dello scavo posta verso il centro dell’antico lago. Qui, durante l’asportazione di uno strato di materiale di origine vegetale (US 487) sono state individuate numerose ossa umane appartenenti a un bambino di circa due anni e mezzo. Le ossa non erano in connessione anatomica, ma erano sparse in un’area ristretta. A una prima osservazione i resti rinvenuti consentono di ricostruire parzialmente uno scheletro di bambino mancante della parte distale degli arti inferiori, degli interi arti superiori e del cranio, di cui è presente solo la mandibola.
    L’eventuale pertinenza di questi resti al cranio di bambino ritrovato in precedenza, proprio appena sopra i livelli d’incendio del Settore 1, dovrà essere accertata dall’antropologo. Rimane il fatto che la presenza di resti umani pertinenti almeno a due, se non a tre, individui di età infantile impone una riflessione sulle pratiche inumatorie della Cultura di Polada e soprattutto sulle modalità di trattamento delle sepolture infantili.

    Per quanto riguarda i materiali rinvenuti, anche per il 2018 si segnala una grande messe di manufatti. Predomina naturalmente la classe ceramica con numerosi vasi integri o con qualche piccola lacuna, oppure frammentari, ma perfettamente ricongiungibili. Si tratta in primis di boccali di varie dimensioni, spesso con ansa a gomito, e altre forme ceramiche. Non mancano manufatti in terracotta come le fusaiole. Tra i materiali in osso-corno sono presenti vari tipi di punteruoli, ma anche oggetti particolari come una spatola a forma di pugnale. Numerosi e particolarmente interessanti sono i manufatti in legno, come i pareggiatori o zappette, un martello o mazza con lungo manico, un disco o coperchio, un particolare oggetto forse un pettine e i resti di un grande cesto. Tra tutti spicca un manico di uno strumento in legno di difficile identificazione, caratterizzato da una ricca decorazione (RR 2246). Tra i materiali in selce si segnalano punte di freccia di varia tipologia, un grattatoio e alcuni raschiatoi foliati multipli o elementi di falcetto. In pietra levigata sono una testa di mazza e un’ascia. Tra gli oggetti di ornamento si segnalano alcune conchiglie del genere dentalium e delle perle in faience. Anche quest’anno lo scavo è stato mantenuto quotidianamente aperto al pubblico e sono state organizzate attività didattiche per famiglie e sessioni di archeologia sperimentale (Marco Baioni).

  • Marco Baioni- Museo Archeologico della Valle Sabbia - Gavardo 

Director

  • Marco Baioni- Museo Archeologico della Valle Sabbia - Gavardo

Team

  • Cristiano Nicosia
  • dott.ssa Claudia Mangani, dott. Fabio Bona, dott. Michele Colosio, dott.ssa Fiorenza Gulino, dott. Flavio Redolfi Riva, dott.ssa Elisa Zentilini
  • Claudia Mangani (Museo Archeologico G. Rambotti – Desenzano del Garda)
  • Angelo Lando
  • Ignazio Lambertini, Chiara Tomaini, Sara Trevisan
  • Nicoletta Martinelli-Dendrodata – Verona
  • Tommaso Quirino- Mibac
  • Renata Perego
  • Cesare Ravazzi- CNR – IDPA – Milano
  • High school students: Giuseppe Albertini, Pietro Castagnero, Camilla Cocca, Ettore Danieli, Francesca Giustacchini, Ilaria Lazzarini, Cristiano Mantovani, Elena Pasini, Antonina Santino
  • Sabrina Bianco, Stefano Bonusi, Ilaria Calgaro, Zoe Ceccato, Mirka Disarò, Furio Facchetti, Stefano Ferrari, Gaia Garosi, Silvia Gazzo, Miriam Giannantoni, Fabrizio Lucini, Laura Mattietto, Francesco Ostuni, Virginia Trinco, Barbara Valdinoci, Tiziana Zappatore
  • Mauro Leonesio
  • Giambattista De Giuli, Angelo Lando, Francesco Maioli, Eliseo Mora, Carlo Pettini, Piercarlo Spinelli, Manuel Vaglia

Research Body

  • Fondazione “Piero Simoni” - Gavardo
  • Museo Archeologico della Valle Sabbia

Funding Body

  • Fondazione “Piero Simoni”
  • Regione Lombardia

Images

  • No files have been added yet