Fasti Online Home | Cambia a Fasti Conservazione Archeologica | Survey
logo

Excavation

  • Calvatone
  • Costa di S. Andrea, area di proprietà provinciale
  • Bedriacum
  • Italy
  • Lombardy
  • Province of Cremona
  • Calvatone

Strumenti

Credits

  • La Banca Dati Italiana è frutto di una collaborazione tra:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) e

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Sommario (Italiano)

  • Le indagini hanno interessato due settori distinti: Settore est 2005 e nord-ovest 2005.

    Nel Settore est 2005 è stata indagata la fase più antica della “domus del Labirinto”. Databile tra la metà del I secolo a.C. e l’età tiberiano-claudia, ad essa appartengono solo lacerti di un’area aperta, con strutture di servizio (un pozzo, un focolare). La costruzione dell’edificio viene preceduta dallo scavo di una fossa rituale di fondazione colmata con un’unica azione intenzionale. Tra i materiali in essa rinvenuti si segnalano per lo stato di conservazione (sono interi o quasi interamente ricostruibili) una ciotola a vernice nera (Lamb. 28) rovesciata al di sopra di un peso da telaio, un’olpe e un’olla in ceramica comune, una pisside a vernice nera (Lamb. 3), un’olla situliforme a vernice nera (III sec. a.C.), anfore Lamboglia 2. Nella fossa erano state deposte anche 30 pietre spezzate (porfidi della Valcamonica). La prima domus rimane in uso fino all’età tiberiano-claudia, quando vengono allestiti i pavimenti del settore di rappresentanza, realizzati in tecnica cementizia con impiego di marmi diversi, e l’area aperta orientale viene obliterata e parzialmente rialzata con riporti di macerie e di terreno.

    Nel Settore nord-ovest, mai indagato, è emerso un piccolo ambiente di forma rettangolare (5.70×4.00 m), orientato in senso NW/SE che conservava il crollo di copertura e degli elevati in materiale deperibile e un pavimento in terra battuta. Appare problematico al momento proporre una stretta connessione tra quest’ultimo ambiente e l’area aperta a S, ma tuttavia si deve sottolinearne una contemporaneità d’uso e di abbandono. Non sembra proponibile una funzione residenziale del piccolo complesso e appare più verosimile una destinazione di servizio (un magazzino, una bottega?).
    L’orizzonte cronologico per l’utilizzo del complesso può essere individuato, in via del tutto preliminare, nel I secolo d.C., in particolare nei suoi decenni iniziali.

Direttore

Team

  • Laureandi, laureati, specializzandi e dottorandi dell'Università di Milano
  • Laureandi, laureati, specializzandi e dottorandi dell'Università di Pavia
  • Alberto Bacchetta - Università degli Studi di Milano
  • Angela Molinaro - Università degli Studi di Milano
  • Daniela Benedetti - Università degli Studi di Milano
  • Diana Dobreva - Università degli studi di Padova
  • Elena Calandra - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria
  • Federica Cortinovis - Università degli Studi di Milano
  • Francesca Ossorio - Università degli Studi di Milano
  • Gioia Zenoni - Università degli Studi di Milano
  • Lilia Palmieri - Università degli Studi di Milano
  • Thea Ravasi - Università degli Studi di Milano
  • Maria Teresa Grassi - Università degli Studi di Milano
  • Andrea Baudini - Società Lombarda di Archeologia s.r.l. Milano
  • Fabio Betti - Università degli Studi di Milano
  • Pasqua Di Meo - Università degli Studi di Milano

Ente di ricerca

Ente finanziatore

  • Comune di Calvatone
  • Fondazione CARIPLO
  • Università degli Studi di Milano
  • Università di Pavia-Dipartimento di Scienze della Terra

Images

  • No files have been added yet