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Excavation

  • Cavità n. 254
  • Orvieto centro storico
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  • Italy
  • Umbria
  • Province of Terni
  • Orvieto

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Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Da Maggio 2012 è iniziato lo scavo archeologico nella cavità 254, nel centro storico di Orvieto (proprietà Pagliaccia, concessione ministeriale alla Fondazione per il Museo C. Faina). La cavità, nel corso del ’900, è stata laboratorio di falegnameria ed officina ceramica per i Vascellari (Ilario Ciaurro e Pericle Perali) ed anche per i Riccardi, questi ultimi noti falsari di inizio secolo.

    La ricerca è parte del progetto “Orvieto Ipogea” e ha interessato un ambiente a pianta quadrangolare, dotato di gradini ricavati nel masso. Le indagini hanno consentito di individuare, a quota -1,75/1,81, un livello tardo-rinascimentale, al disotto del quale è comparso un piano di calpestio che sigillava uno strato caratterizzato da frammenti ceramici d’epoca medievale. A quota di -2,53 è stato individuato un primo livello archeologico databile alla metà del V secolo a.C.; si è documentata una serie di operazioni di riempimento della cavità verticale sia con materiale pozzolanico pressoché sterile sia con scarichi effettuati dai gradini della scala lungo la parete ovest del vano. A quota -3.50, nella parete meridionale, è apparsa la volta di un cunicolo che conduce ad una struttura simile già parzialmente svuotata in passato.

    Il consistente materiale recuperato, concentrato lungo le pareti del vano, è costituito da forme aperte in bucchero grigio, frammenti di bucchero nero e di ceramica attica a figure nere e rosse, numerose olle di ceramica comune, bracieri, dolia, bacini, scarsi frustuli di metallo (oro, bronzo e ferro), laterizi esclusivamente di impasto rossiccio.

    Interessante la presenza di un numero consistente (almeno 20) di lettere incise e di brevi graffiti su coppe in bucchero grigio e sugli orli delle olle.

    E’ da sottolineare la presenza di ceramica protostorica negli strati di V secolo a.C. Per i contesti orvietani del pianoro costituisce un dato piuttosto consistente, con frammenti di vasi di grandi dimensioni, decorati a graffito e non, coppe con bugne e, forse, due frammenti dell’età del Bronzo (una parete decorata ed un’ansa con piccolo bottone e presa forata).

    Dal punto di vista strutturale la cavità si articola su pianta quadrangolare con sezione verticale a tronco di piramide. L’allargamento verso il basso del vano è avvertibile lungo le pareti orientale e occidentale; al momento è comunque prematuro fornire indicazioni sulla natura del vano ad imbuto rovesciato ma si può escludere una utilizzazione quale cisterna in quanto manca uno strato impermeabilizzante, la forma non è quella dei pozzi per acqua noti in ambito volsiniese ed il trattamento delle pareti non consente di individuare con certezza eventuali fronti di cava (solamente su una parete – quella E – rimangono i resti di una risega a scala).

  • Claudio Bizzarri - Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano 

Director

  • David George - St. Anselm College, New Hampshire, USA

Team

  • Alba Frascarelli
  • Paolo Binaco

Research Body

  • Fondazione per il Museo Claudio Faina di Orvieto
  • Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano
  • S. Anselm College, Institute for Mediterranean Archaeology

Funding Body

  • S. Anselm College, University of Arizona Study Abroad Program

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