L'indagine archeologica, condotta dalla Soprintendenza di Catania nel 2007, ha portato alla luce una fattoria romana, caratterizzata da molteplici fasi di vita (III-VII sec. d.C), nella zona di un precedente insediamento ellenistico (IV-II sec. a.C.). In età tardo bizantina (VIII-prima metà del IX secolo d.C.) è stata costruita una basilica a tre navate con nartece, in parte distruggendo i resti della fattoria e quelli di una di una frequentazione insediativo-rurale più tarda della zona (VIII secolo d.C.). La basilica è stata modificata più volte, poi trasformata in un deposito amorfo di pietre. La sua planimetria (21,90 m E/W x 16,60 m N/S) si inquadra in un forma aritmetica di 5x4 quadrati che comprende il nartece e l'abside, con un rapporto 2:1 per la larghezza della navata centrale da quelle laterali, e una base metrica dimensionata in base a un piede di m. 0,2964, con un modulo base di m. 4,15 corrispondenti a 14 piedi. Questa pianta è simile a quella di altri edifici religiosi siciliani tradizionalmente datati tra il V e il VI sec. d.C., rivelandosi così ben ancorata alla tradizione costruttiva della tarda antichità.
La centralità dell’insediamento (non lontano dall’acquedotto romano che attraversava questa zona e accanto a rete stradale di lunga distanza in uso dall'epoca romana a quella tardo-medievale), spiega la continuità della vita di un insediamento che era chiaramente snodo cruciale di questa zona.