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Credits

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Monuments

Periods

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Chronology

  • 5000 BC - 1000 BC
  • 700 BC - 600 BC
  • 600 BC - 520 BC
  • 350 BC - 200 BC
  • 200 BC - 80 BC

Season

    • Nel 2009 la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata ha effettuato una breve campagna di scavo sul pianoro di San Salvatore, dove indagini portate avanti nei decenni passati avevano messo in luce un importante insediamento. Lo scavo ha permesso di verificare la presenza di una sequenza stratigrafica coerente con quella individuata nel resto del territorio di Timmari. La fase più antica è riferibile ad una frequentazione di età Neolitica ed Eneolitica testimoniata da frammenti ceramici di impasto e da un frammento di ciotola con ansa a motivo zoomorfo pertinente alla facies Serra d'Alto. A questa fase, come alla successiva età del Bronzo, appartiene esclusivamente materiale residuale. All'età del Ferro, invece, è possibile riferire alcuni piani di calpestio, costituiti da lembi di pavimenti in ciottoli o concotto, e probabili buche di palo relative a capanne. La datazione di questa fase è restituita dal rinvenimento di reperti fittili, provenienti da un piano di livellamento, riferibili ad una situla in impasto, un frammento di forma chiusa con motivo fitomorfo e soprattutto ad un frammento di coppa greca con degli chevrones dipinti. Nella porzione meridionale dell'area indagata sono stati messi in luce resti riferibili all'età arcaica come lacerti di battuti e di concotto pertinenti a capanne e tombe a fossa depredate in antico. I materiali rinvenuti negli strati che obliterano tali evidenze, databili nella seconda metà del VI a.C., costituiscono il terminus ante quem per questa fase. Tra la fine dell'età arcaica e la metà circa del IV secolo a.C. si verifica una forte riduzione dell'evidenza archeologica. Solo dopo questa lunga cesura si assiste ad una trasformazione totale del modello insediativo precedente; il villaggio costituito da capanne viene infatti sostituito da un nuovo impianto urbano le cui caratteristiche devono essere ancora chiarite. I dati emersi dalle indagini compiute nel corso del 2009 hanno confermato, integrandoli, i risultati delle ricerche compiute nell’area negli ultimi decenni. In particolare è stato possibile individuare un edificio composto da più vani che, dalla metà del IV fino alla fine III sec., è oggetto di rifacimenti e trasformazioni quali il rialzamento dei pavimenti e la chiusura di una soglia. Tra i materiali notevoli pertinenti a questa fase si segnalano un frammento di tegola con bollo incompleto in caratteri greci ed una moneta in argento della zecca di Roma. Tra la fine del III e il II secolo a.C. è possibile inquadrare una grande ristrutturazione dell’abitato che vede un susseguirsi di livellamenti e asportazione di parte delle strutture precedenti, per la costruzione di nuove opere murarie. Queste si sono conservate molto male a causa del poco interro e dei lavori agricoli. La lettura e interpretazione di quest'ultima fase è particolarmente complessa e forse non avrà interessato l’intera superficie del pianoro. Tale fase è presente in corrispondenza dei soli ambienti 3 e 4 e della zona a N di essi dove è stato messo in luce un pavimento in tessere fittili, allettato su di una preparazione in cementizio.

Bibliography

    • A. Mancini, M. Scalici c.d.s., Construction and Destruction: the case of Timmari (South Italy), in J. Driessen (ed.), Destruction. Archaeological, philological and historical perspectives. Actes of International Round table, Presses Universitaires de Louvain