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  • Casale Tricosto
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    Credits

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    Monuments

    Periods

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    Chronology

    • 200
    • 200 AD355 AD
    • 355 AD499 AD
    • 500 AD1300 AD

    Season

      • L’insediamento di Casale Tricosto, località nell’attuale comune di Capalbio, era parte in età romana dell’ager Cosanus, territorio della colonia di Cosa coinvolto alla fine degli anni 70 del secolo scorso dai field survey della Wesleyan University e del progetto Ager Cosanus. Durante queste ricerche, sul sito di Casale Tricosto, un’area centuriata dal III secolo a.C., furono individuate le prime tracce di occupazione a partire dal II secolo a.C., in relazione alla seconda deduzione della colonia di Cosa. L’insediamento di età romana acquista consistenza grazie alla scoperta nel 2007 di muri e tessere pavimentali durante alcuni lavori edilizi all’interno di uno dei magazzini dell’attuale podere Casale Tricosto, il cd. Magazzino lungo. Le strutture furono oggetto di scavi da parte della ex Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, durante i quali è stato messo in luce un complesso termale di III secolo d.C. costruito su un impianto precedente di cui è stato individuato soltanto parte di un basolato in calcare cavernoso, forse associabile a una corte scoperta. Le terme di Casale Tricosto furono parte di una mansio costruita in relazione al cursus publicus nel III secolo d.C. Ricche sorgenti nei pressi dell’insediamento, una necropoli, ma soprattutto la prossimità a una viabilità “secondaria” importante, furono i motivi che resero Casale Tricosto un luogo di sosta. La via, registrata nel cd. Catasto Leopoldino come via del Tricosto, fu un’importante arteria di collegamento sin dall’età protostorica tra Vulci e il suo territorio e mantenne questa funzione in età etrusca, romana e medievale. In età romana, la strada era una diramazione della via Clodia, dalla quale si staccava per congiungersi con la via Aurelia Nova, all’altezza del Lago di San Floriano. La costruzione di un luogo di sosta a Casale Tricosto nel III secolo d.C. sembra inserirsi in un più ampio progetto di organizzazione della viabilità che investì principalmente le stazioni di proprietà imperiale, quali portus Cosanus, portus Telamonis, la mansio sotto Cosa, Albinia flumen, Domitiana positio e le isole di Giglio e di Giannutri. La presenza della proprietà imperiale nel territorio, documentata a partire dalla fine del I e gli inizi del II secolo d.C., accelerò il fenomeno di assorbimento di nuovi terreni per la nascita di luoghi di sosta, documentato in tutta la penisola tra III e IV secolo d.C. e testimoniato nel territorio dalla costruzione di mansiones come Casale Tricosto e forse Ad Nonas. La vita del luogo di sosta a Casale Tricosto cessò a causa di un incendio non databile, forse connesso ai disordini che investirono la Tuscia tra l’inizio e la fine del V secolo d.C. Un lungo iato insediativo si pone tra la fine del luogo di sosta e la costruzione di una chiesa in età medievale. L’edificio religioso è probabilmente da identificare con la Chiesa di San Frediano, ricordata in alcune conferme papali come proprietà del monastero dei SS. Vincenzo e Anastasio alle Tre Fontane a partire dall’XI secolo (o forse prima), che ereditò un blocco della romana res Caesaris.

    FOLD&R

      • Elena Chirico. 2018. Casale Tricosto (Capalbio, GR): da mansio romana a chiesa nell’antico ager Cosanus . FOLD&R Italy: 421.

    Bibliography

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