Fasti Online Home | Switch To Fasti Archaeological Conservation | Survey
logo

Excavation

  • c.d. clivus Palatinus
  • Palatino
  • Palatium
  • Italy
  • Lazio
  • Rome
  • Rome

Tools

Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • La zona, già indagata da Rosa a partire dal 1866, aveva il fine di localizzare le vie di accesso alla sommità del colle ed individuare gli elementi fondamentali della topografia dell’area. Gli scavi di Rosa misero in luce una sporgenza ritenuta un bastione, seguito a breve distanza da una apertura larga ca. m. 4, in cui viene individuata la Porta Mugonia o Porta Vetus Palati, e di un muro che correva in senso sud – nord/ovest riconosciuto come un tratto delle mura romulee.

    Degli scavi condotti nella zona non abbiamo una documentazione grafica e fotografica soddisfacente, né è facile oggi effettuare verifiche. Per questa zona purtroppo manca anche una pubblicazione degli estesi scavi che G. Boni condusse al di sotto della Domus Flavia, rimettendo in luce l’intermonzio che divideva le due colline. È certo che il palazzo Flavio fu costruito su una larga spianata artificiale ottenuta riempiendo completamente l’intermonzio, ma è probabile che già Nerone con la Domus Transitoria avesse avviato delle trasformazioni.

    La campagna di scavo ha permesso di riaccendere l’attenzione su una zona dimenticata da molti anni, e di riprendere il dibattito sull’effettiva ubicazione della Porta Mugonia e del percorso della Roma Quadrata. La zona d’indagine presenta problematiche connesse con la sistemazione dell’area avvenuta nel dopoguerra. Il terreno asportato non ha restituito una stratigrafia antica, in quanto una buona parte del materiale rinvenuto era di epoca più che moderna. Sono riemerse alcune strutture di notevole interesse, sicuramente viste anche dal Boni agli inizi del ‘900, consistenti in un muro nel quale sono state identificate tre diverse fasi: il muro di prima fase, con orientamento est – ovest divergente rispetto alla Domus Flavia, composto da un conglomerato in cementizio con frammenti di mattoni e tegole, presenta una cortina laterizia la quale è stata coperta nella seconda fase da un ambiente voltato, del quale si conserva solo l’imposta della volta ed una coeva cortina laterizia nella parte inferiore. L’ultima fase è caratterizzata da un piccolo muro costituito da frammenti di tufo allettati su un piano di laterizi e bipedali che copre per ¾ la lunghezza del muro di prima fase.
    A ca. m. 1.20 ad est si trovano tre grossi blocchi squadrati in tufo di Aniene orientati allo steso modo della prima fase del muro adiacente. La scoperta, avvenuta a ridosso della fine della campagna di scavo non ha reso possibile indagare ulteriormente, per tanto è indispensabile la prosecuzione delle indagini nel settore.

    Purtroppo non è stato possibile in questa campagna di scavo raggiungere i livelli indagati da Rosa (si trovano a ca. m. 4 di profondità dal piano di calpestio attuale), ma si sono evidenziate strutture delle quali gli scavi precedenti non avevano dato notizia alcuna. Anche per questo è indispensabile proseguire le indagini nel settore per dare completezza e veridicità a quello che era stato visto oramai 145 anni orsono.

  • Vincenzo Graffeo - “Sapienza” Università di Roma 

Director

  • Patrizio Pensabene - Sapienza Università di Roma

Team

  • Marco Menichini - Università degli Studi di Perugia

Research Body

  • "Sapienza" Università di Roma

Funding Body

Images

  • No files have been added yet