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Excavation

  • Luni, Ortonovo
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  • Luni

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Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Nella campagna 2017 (25 settembre-16 ottobre) è continuato lo scavo nell’area sud-orientale della città, immediatamente ad Est del Cardo Massimo.

    Al momento è stata scavata una superficie di circa 900mq, (Fig. 1) corrispondente a parte di un’ insula che un muro con andamento est-ovest (US 1002) distingueva in due settori, occupati da due domus, entrambe costruite agli inizi del I sec. a.C. Della domus settentrionale è stato identificato un cubiculum e l’ala meridionale ad esso adiacente. I due vani, entrambi di 3.51 ×3,53 m, risultano pavimentati da piani in graniglia di marmo e malta, impostati su preparazioni in ciottoli e argilla. Risolutivo, per l’identificazione della domus, è stato il ritrovamento del fondo dell’ impluvium dell’atrio: questo’ultimo, di 2,5×3 m, era costituito da due lastre in marmo lunense, tutt’ora in situ. La vasca risulta essere stata in parte smantellata a seguito della sistemazione, all’interno della domus, di una probabile fullonica, messa in opera tra IV e V sec. d.C.; il fondo venne invece lasciato in posto e inglobato all’interno di una nuova vasca rettangolare, più grande della precedente (6,5×2,5 m), ed evidentemente più funzionale alle nuove attività (Fig. 2). In corrispondenza del margine orientale del fondo dell’impluvio si trova un incasso di forma quadrangolare, da indentificare con il fondo dell’originario scarico delle acque sporche della vasca; significativa è la presenza, in linea con lo scarico, dello sbocco di una della canalette che si immettono nella cloaca del cardo maximus. Le strutture pertinenti alla possibile fullonica – al momento costituite da una cisterna circolare dalla quale si dipartiva una tubazione a pressione che immetteva acqua nella vasca rettangolare sopra descritta – nel corso del VI sec. d.C. andarono in disuso. La fase più tarda è documentata da un muro con andamento Est-Ovest, largo 90 cm circa, individuato presso l’angolo Nord-occidentale dell’area di scavo, con tutta probabilità coevo alla tettoia e ai pali individuati nella campagna 2016 e riferibili a un contesto di VII-inizi VIII sec.

    Molto meglio conservata, e di maggiore impegno architettonico, risulta essere la domus meridionale, della quale la campagna 2017 ha permesso una più precisa definizione di alcuni ambienti: l’ atrium (4), i cubicola laterali (2 e 3), l’ala (1), il tablinum (7) e il corridoio di passaggio (6) fra l’atrio e tablino (Fig. 1). Questa domus era dotata di cospicui mosaici pavimentali: nell’ atrium era una pavimentazione in opus scutulatum a tessere litiche bianche poste a distanza regolare, all’interno di un tappeto musivo nero ad ordito obliquo; nel tablinum il pavimento mosaicato presenta campo decorativo bordato da due fasce, di tessere rosse e nere, e da una cornice a meandro di svastiche a giro semplice e quadrati: al centro, su fondo bianco, si trova uno scudo di squame bipartite adiacenti, in colori contrastanti, che si dipartono da un centro esagonale, all’interno del quale è inserito un motivo floreale stilizzato (Fig. 3).

    Sono state documentate operazioni di spoliazione e di ristrutturazioni della domus, con la costruzione di tramezzi e la messa in opera di potenti strati di intonaco e malta per rialzare i piani pavimentali. Tali operazioni risultano strettamente connesse alla costruzione di una struttura con mura dello spessore di 4 piedi = 120 cm) che in epoca tardo-antica venne ad impostarsi sull’atrio. Un piccolo vano quadrangolare, probabilmente da interpretarsi come sua fossa biologica, si appoggiava al muro settentrionale della struttura. (Fig. 4). I materiali rinvenuti nelle stratigrafie tarde della domus documentano intense attività almeno sino a tutto il VII sec. d.C.

  • • Simonetta Menchelli, Università di Pisa, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere 
  • • Paolo Sangriso, Università di Pisa, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere  
  • • Stefano Genovesi – Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere  

Director

  • Simonetta Menchelli - Università degli Studi di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

Team

  • Aurora Maccari - Università di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere
  • Paolo Sangriso - Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere
  • Silvia Marini - Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere
  • Rocco Marcheschi - Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere
  • Stefano Genovesi - Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

Research Body

  • Università di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

Funding Body

  • Amici di Luni, Luni
  • Comune di Luni
  • Università di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

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