Summary (Italian)
La prima campagna di scavo alla Grotta Santa Maria, scoperta e segnalata per la prima volta durante ricognizioni effettuate nel settembre dello scorso anno, si è svolta dal 20 al 28 ottobre. Sono stati aperti tre sondaggi: il Saggio 1 (Settore A) e il Saggio 2 (Settore B), entrambi di 2×2 m, e un terzo saggio (2×2,5 m) in una nicchia della grotta (Settore C).
Il Saggio 1 (Settore A) è stato aperto in un’area pianeggiante alla quota topografica più bassa rispetto alla superficie attuale dei depositi di riempimento della cavità. Il sondaggio ha raggiunto una profondità massima di 135 cm (massimo approfondimento nell’angolo di sud est). La successione stratigrafica messa in luce, visibile in toto sulle sezioni sud ed est, comprende due unità principali: un’unità superiore di prevalente origine antropica (forse di età protostorica) e una inferiore non antropizzata. Lo scavo si è arrestato in corrispondenza di un livello di sabbie fortemente alterate. L’origine dei depositi sembra essere riconducibile a processi colluviali e di crollo con locali cementazioni.
Il saggio 2 è stato aperto nei pressi della parete sud-ovest della grotta. Una volta asportato il terreno superficiale, è emersa una superficie antropica con focolari e frammenti ceramici non torniti dalle superfici scure levigate di possibile età eneolitica o del Bronzo. Abbondanti ceneri e carboni erano presenti in un settore del sondaggio. La successione stratigrafica, comprendente più livelli antropici, era formata da materiale detritico sia autoctono (pietre carbonatiche a spigoli da vivi a subangolari) sia alloctono (ciottoli), comparabile a quella osservata all’interno dell’unità principale antropica descritta per il sondaggio 1.
Il terzo sondaggio (2×2.5 metri) è stato eseguito all’interno di una nicchia localizzata a sud sud-ovest lungo la parete di fondo della grotta. Qui è affiorata una sepoltura a inumazione, in fossa terragna. Le ossa erano in cattivo stato di conservazione a causa della forte umidità e probabilmente delle caratteristiche chimiche del terreno di contenimento. Ad una prima diagnosi effettuata in situ, l’individuo risulterebbe essere un maschio, di altezza compresa fra 1.60 e 1.70, con alcune patologie importanti a carico dell’arto inferiore sinistro. Ulteriori indagini verranno effettuate in laboratorio per determinate con più accuratezza il profilo biologico dell’individuo.
In base alle ricerche effettuate si è potuto appurare che la grotta, oltre ad essere stata ricovero di pastori in epoche sicuramente recenti, è stata frequentata a partire dall’età del Rame nel corso della protostoria. Non è stata invece rinvenuta traccia alcuna di occupazioni pleistoceniche.
I sondaggi effettuati sono stati riempiti col terreno risultante dalla loro escavazione, avendo però cura di disporre sul fondo strisce di materiale plastico onde segnalarne la presenza.
- Stefano Benazzi, Dipartimento di Beni Culturali, Università di Bologna 
Director
- Stefano Benazzi, Dipartimento di Beni Culturali, Università di Bologna
Team
- Giulia Capecchi, Università di Siena
- Matteo Rossini, Università di Ferrara
- Marco Peresani, Dipartimento di Studi Umanistici Sezione di Scienze Preistoriche e Antropologiche, Università di Ferrara
- Adriana Moroni, Università di Siena
Research Body
- Dipartimento di Beni Culturali – Università di Bologna
Funding Body
- Comune di Camerota
- ERC Consolidator SUCCESS
- Università di Siena
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