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  • Atelier delle lucerne (Reg. I, ins. 20, 2-3)
  • Pompei
  • Colonia Veneria Cornelia Pompeianorum
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  • Pompei

Credits

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Monuments

Periods

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Chronology

  • 1 AD - 100 AD

Season

    • Nell’ambito del programma del Centre Jean Bérard (CNRS – EFR) su “Artigianato ed economia a Pompei”, iniziato nel 2001 sotto la direzione scientifica di Jean-Pierre Brun (Professore al Collège de France, già Direttore del Centre Jean Bérard), è stata avviata una ricerca sulla produzione ceramica a Pompei sotto la direzione di Laëtitia Cavassa. Lo studio si svolge in collaborazione con la Soprintendenza di Pompei e con concessione di scavo e ricerche accordata dal Ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo. Lo scavo è stato finanziato dal Ministero degli Affari Esteri Francese tramite il Centre Jean Bérard e dal Centre Camille Jullian (Aix Marseille Université, CNRS). La produzione ceramica a Pompei nel 79 d.C. è illustrata principalmente da due ateliers di vasai Il primo atelier è situato al di fuori delle mura, nei pressi della necropoli di Porta Ercolano, al numero n. 28-30 della Via dei Sepolcri. Le indagini archeologiche condotte sull’atelier rientravano in un programma più ampio, intitolato “Organizzazione, gestione e trasformazione di una zona suburbana: il settore della Porta Ercolano di Pompei, tra spazio funerario e spazio commerciale”, diretto da Sandra Zanella (Université de Montpellier 3), Laëtitia Cavassa (Aix Marseille Univ, CNRS, MCC, CCJ, F-13000, Aix-en-Provence, France), Nicolas Laubry (Università Paris-Est Créteil/CRHEC) e Nicolas Monteix (Università di Rouen). Gli scavi realizzati tra il 2012 e il 2016 hanno permesso di ricomporre la catena operativa del vasaio attivo in questo complesso al momento dell’eruzione del Vesuvio . Nel mese di settembre 2016, il programma di ricerca sull’artigianato della produzione ceramica si è esteso a un secondo atelier situato nella Regio I, insula 20, 2-3, in prossimità di Porta Nocera. Si tratta di un atelier-bottega che utilizza alcuni ambienti di una domus di età repubblicana. Il complesso era già stato indagato nel 1958-1959 da A. Maiuri che aveva messo in luce due fornaci, una vasca di decantazione e parte dei manufatti che vi erano prodotti. Si rinvennero, in effetti, 61 lucerne, 24 stampi e più di un centinaio di frittili. Nella stanza che si affacciava sulla strada, verosimilmente l’entrata della bottega, si era notata la presenza di una banchina interpretata come banco di vendita. L’officina è, inoltre, in diretta comunicazione con una serie di spazi destinati alla produzione di vino. Nel 1973, G. Cirelli Irelli intraprese alcuni saggi di verifica che vennero pubblicati, con il lotto delle lucerne, in un articolo di sintesi nel 1977 . L’estensione delle ricerche all’atelier di Porta Nocera ha come obbiettivo principale la realizzazione di uno studio trasversale sulla produzione ceramica a Pompei nel 79 d.C., paragonando i due complessi produttivi. Le ricerche condotte nel 2016, attraverso interventi di pulizia e piccoli approfondimenti, avevano come finalità lo studio di parte della domus e dell’organizzazione delle strutture produttive ad essa collegate. Le strutture produttive sono state installate negli ambienti della domus che affacciano sulla strada, occupando una superficie di poco superiore ai 100 m2 (11,70 m x 9 m), ripartita su quattro ambienti. Nella stanza che si affacciava sulla strada, verosimilmente l’entrata della bottega, si era notata la presenza di una banchina interpretata come banco di vendita e sul lato opposto la presenza di due vasche intese come vasche di decantazione e di preparazione dell’argilla e di raffreddamento degli strumenti. Negli spazi interni erano state messe in luce due fornaci. La più piccola è circolare con il piano di cottura mantenuto da un pilastro centrale, mentre la grande fornace è a camera verticale, di forma quadrangolare e con un piano di cottura mantenuto da archi di sostegno. Di difficile interpretazione rimanevano, invece, due altri ambienti. Le ricerche condotte nell’ambiente delle fornaci hanno permesso di chiarire ulteriormente il funzionamento dell’atelier. Gli scavi hanno, infatti, portato alla luce i resti di un tornio non individuato durante gli interventi della metà del Novecento. È composto da un frammento di anfora italica inserito nel suolo, creando cosi una cavità, al centro della quale abbiamo il negativo dell’asse fisso del tornio, sul quale era fissata la ruota. Si tratta oggi, del quinto tornio conosciuto per la città antica di Pompei, i primi quattro essendo stati messi in luce nel 2014 nell’atelier di Porta Ercolano. Tale scoperta ha permesso di completare il panorama delle strutture utili alla filiera produttiva. Inoltre, durante la pulizia dell’area antistante le fornaci, sono stati evidenziati e indagati diversi strati che hanno restituito una grande quantità di ceramica indicatrice della produzione che veniva realizzata nell’atelier. Tutti i dati raccolti hanno permesso di ricostruire la storia dell’atelier e di definire con maggiore precisione l’organizzazione degli spazi ad esso collegati. Le indagine andranno completate nel 2017.
    • Research on pottery production in Pompeii has begun as part of the Centre Jean Bérard (CNRS – EFR) project “Artigianato ed economia a Pompei”, which began in 2001. The study is undertaken in collaboration with Pompeii Archaeological Park. The excavation is financed by the French Ministery for Europe and Foreign Affairs through the Centre Jean Bérard, the Centre Camille Jullian (Aix Marseille Université, CNRS) and private benefactors (Arpamed). Pottery production at Pompeii in 79 A.D. is mainly illustrated by two ceramic workshops. The first is situated outside the walls, close to the necropolis of the Herculaneum Gate, at nos. 28-30 Via dei Sepolcri. The excavations undertaken here between 2012 and 2016 were part of a wider programme entitled “Organizzazione, gestione e trasformazione di una zona suburbana : il settore della Porta Ercolano di Pompei, tra spazio funerario e spazio commerciale” and have made it possible to reconstruct the production line of the potter working in this complex at the time Vesuvius erupted. In 2016, research on pottery production was extended to a second _atelier_ situated in _Regio_ I, _insula_ 20, 2-3, at the Nocera Gate. The first campaign (cleaning and small _sondages_) revealed several aspects of the production line, from clay working to firing. The research in the kiln room further clarified how the workshop functioned. Indeed, the excavations revealed the remains of a potter’s wheel that were not identified during excavations in the mid 20th century. Furthermore, the cleaning of the area in front of the kilns led to the investigation of several layers, which produced a large quantity of pottery indicative of the production created in the _atelier_. The 2017 excavations concentrated on the kiln room with the aim of investigating the structure’s occupation and construction levels. Three _sondages_ were opened. The first opened in front of the small kiln (FR4003), west of the combustion chamber, and intercepted the destruction levels (which contained rubble from the kiln’s structure and mixed pottery) and the final levels relating to the period when the kiln was functioning. The second trench was situated in front of the large kiln (FR4002), east of the combustion chamber, and the third south of the structure. These trenches reached levels pre-dating the kiln’s construction. The study of the pottery will provide a precise chronology for the kilns’ construction and the period of the workshop’s activity.

Bibliography

    • Cavassa L., B. Lemaire, et J.-M. Piffeteau « Pompéi, Via dei sepolcri, boutique NE, n. 29 : l’atelier de potier ». Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, 2012. doi:10.4000/cefr.1139.
    • Cavassa L., B. Lemaire, J.-M. Piffeteau « Pompéi. L’atelier de potier ». Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, 9 avril 2013. doi:10.4000/cefr.881.
    • Cavassa L., B. Lemaire, G. Chapelin, A. Lacombe, J.-M. Piffeteau, et G. Stelo. « Pompéi. L’atelier de potier de la via dei Sepolcri, 29 ». Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, 6 mars 2014. doi:10.4000/cefr.1139.
    • Cavassa L., B. Lemaire, G. Chapelin « Pompéi. L’atelier de potier de la via dei Sepolcri, 28-30 ». Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, 21 janvier 2015. http://cefr.revues.org/1279.
    • G. Cirelli Irelli, 1977, « Officina di lucerne fittili a Pompei », L’instrumentum domesticum di Ercolano e Pompei nella prima età imperiale, Quaderni di cultura materiale, 1, Rome: 53-72.
    • http://www.fastionline.org/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2971&curcol=sea_cd-AIAC_4464.
    • http://www.fastionline.org/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2971&curcol=sea_cd-AIAC_5413.
    • http://www.fastionline.org/excavation/micro_view.php?fst_cd=AIAC_3615&curcol=sea_cd-AIAC_5961.
    • S. Zanella, L. Cavassa, N.Laubry, N.Monteix, B.Lemaire, 2016, « Pompéi, Porta Ercolano : organisation, gestion et transformations d’une zone suburbaine », Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome [En ligne], Les cités vésuviennes, mis en ligne le 18 mai 2016, consulté le 05 octobre 2016.
    • S.Zanella, L.Cavassa, N.Laubry, N.Monteix, G.Chapelin, A.Coutelas, A.Delvigne-Ryrka, M.Errera, L.Gerardin, B.Lemaire, R.Macario, F.Ortis, V.Pellegrino, G.Sachau-Carcel, 2017, « Pompéi, Porta Ercolano : organisation, gestion et transformations d’une zone suburbaine », Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome [En ligne], Les cités vésuviennes, mis en ligne le 08 mars 2017