In località Longarina nel suburbio orientale dell’antica città di Ostia, nel corso di due distinte campagne di scavo, portate avanti dall’allora Soprintendenza competente per territorio nel 1975 (Longarina 1) e nel 2005 (Longarina 2), sono stati messi in luce due diversi nuclei di anfore pertinenti allo stesso contesto, localizzati presso lo Stagno ostiense, estesa laguna retrodunare collegata al mare. Nel 1975 furono realizzate circa 30 trincee che rivelarono la presenza di gruppi di anfore collocate orizzontalmente sul terreno, disposte in file, con il puntale inserito nella bocca dell’anfora successiva. Questi allineamenti di anfore erano intercalati da estese colmate di terra mista a materiali fittili vari, con tutta probabilità con la medesima funzione di drenaggio. Nell’intervento del 2005 (Longarina 2) sono state messe in luce due grandi fosse (cd. “Depositi A” e “B”), tra loro allineate, in cui erano sistemate 47 anfore, quasi tutte integre e disposte per lo più in piano. Presso queste fosse vennero rinvenute colmate di terra mista a frammenti di materiale vario da costruzione e a materiali fittili, sempre con funzione di drenaggio. Tali ritrovamenti possono essere interpretati come relativi ad un unico intervento di risanamento del terreno paludoso e di sistemazione della sponda occidentale dell’antico Stagno, il cui limite è stato verificato attestarsi verso l’attuale Colatore delle Acque Medie, al contrario di quanto in precedenza ipotizzato, posizionandolo più ad W. Lo studio approfondito finora effettuato sui materiali anforici di Longarina 2, affiancato a quello realizzato in precedenza sulle anfore di Longarina 1, sostiene l’ipotesi di un inquadramento probabilmente in età augustea dell’intero intervento, nel quale vennero utilizzati nuclei di materiale diverso, aventi un leggero divario cronologico.