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Excavation

  • Montelabate
  • Col di Marzo, fornace
  •  

    Tools

    Credits

    • The Italian Database is the result of a collaboration between:

      MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

      ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

      AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

    • AIAC_logo logo

    Summary (Italian)

    • L’area di scavo principale della campagna 2016 consiste in un rettangolo, orientato Sud/Est-Nord/Ovest, che comprende parte del precedente saggio relativo ad una fornace (fornace 2) individuata, ma non scavata nel 2012, e un saggio nella parte centrale, in corrispondenza del quale si è riscontrata un’anomalia di forma circolare pertinente alla camera di combustione di una fornace (fornace 5) individuata tramite prospezioni georadar, condotte dalla British School at Rome.

      La campagna di scavo ha chiarito il rapporto tra le fornaci, denominate 2A e B. La prima fornace è formata da un muro con paramento a laterizi di forma quasi quadrata costruito contro terra all’interno di un taglio praticato nel banco naturale. Ai lati della camera di combustione sono due muri, costruiti molto grossolanamente con malta, che fungevano da fondazione dei pilastri a sostegno degli archi per il piano forato. Il pavimento della fornace termina al di sotto dei due muri laterali, quindi è probabile che questi facciano parte di un fase di modifica strutturale del manufatto. La seconda fornace, che si impianta appena fuori il prefurnio della prima, chiudendolo e sfruttandone le strutture, aveva la camera di combustione totalmente occupata dalle strutture pertinenti alla camera di cottura collassate e fuse per eccesso di calore insieme a laterizi, ultima cottura della fornace.

      Orientata E-O la fornace 5 ha una pianta circolare allungata con muri di fondazione realizzati con tegole disposte di piatto con aletta verticale, materiale di risulta (frammenti di anfore) e pietrame di piccola pezzatura. All’interno della camera di combustione, deliberatamente colmata con strati di terreno misto a laterizi, tegole e scarti di produzione ceramica, era conservato tra gli ultimi due pilastri crollato, ma in posto, il setto di arco che li congiungeva.

      Come giá osservato nel 2012, una prima fase di produzione riguardava principalmente anfore a fondo piatto del tipo Ostia III, 369-370- II, 251 e probabilmente anche ceramica comune. L’officina, se pur in maniera ridotta, ha continuato a produrre ceramica comune e laterizi fino al IV-V secolo d.C.

    • Letizia Ceccarelli – University of Cambridge 

    Director

    Team

    • Annie Cave - University of Cambridge
    • Gemma Rayment - King's College London
    • Lucia Corry - University of Cambridge
    • Matt Greenhill - University of Cambridge
    • Oliver Grell - University of Oxford
    • Giulia Marano - Università di Catania
    • Marco Amadei - Università di Sassari
    • Marco Urso - Università di Catania
    • Maria Lissio - Università di Catania
    • Nicholas Whitehead
    • Stefania Dora Amata - Università di Catania
    • Jeremey Bennet - University of Cambridge

    Research Body

    • University of Cambridge - UK

    Funding Body

    Images

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